Lichen sclerosus
Femminile
Il lichen sclerosus (LS) è una malattia cutanea a carattere infiammatorio cronico recidivante che può coinvolgere qualsiasi sede ma nella maggior parte dei casi, interessa l’area ano genitale.
Fu descritta per la prima volta da Hallopeau nel 1881.
Da allora, sono state adottate diverse nomenclature per descrivere questa condizione da leucoplachia, a kraurosis vulvae nella donna, balanitis xerotica obliterans nell’uomo. Nel 1976, l’International Society for the Study of Vulvovaginal Disease concluse che la terminologia lichen sclerosus genitale dovesse essere utilizzata per ambo i sessi.
La biopsia è utile sia per confermare la diagnosi sia per escludere la presenza di caratteristiche di malignità.
Epidemiologia
L’esatta prevalenza del LS non è nota, probabilmente sottostimata.
Il lichen sclerosus è più diffuso nelle donne rispetto agli uomini. La maggior parte dei casi di LS nelle donne si verifica in post menopausa, con un’età media di insorgenza nella quinta-sesta decade di vita, e si calcola che un 7-15% dei casi si manifesti nelle ragazze in età prepuberale.
Eziologia-patogenesi
L’eziologia del LS rimane sconosciuta, ma si ritiene che diversi meccanismi possano essere implicati nello sviluppo.
Gli studi suggeriscono un’origine multifattoriale, all’interno di un background genetico, autoimmune, ormonale, infettivo e da danno cronico.
- Ipotesi genetica: diversi studi hanno dimostrato un’associazione con i genotipi dell’antigene leucocitario umano (HLA), ipotizzando che abbiano un ruolo nella patogenesi del LS. La più comune correlazione dimostrata è con HLA-DQ7. Tuttavia, sono state identificate numerose possibili suscettibilità genetiche senza dimostrare un profilo immunogenetico specifico che conferisca universalmente la predisposizione allo sviluppo della malattia.
- Ipotesi infettiva: i processi infettivi precedentemente studiati includono Borrelia burgdorferi (B. Burgdorferi), Epstein BarrVirus (EBV), virus dell’epatite C (HCV) e virus del papilloma umano (HPV). Ad ogni modo al momento non ci sono prove sufficienti per concludere che le infezioni siano un agente eziologico nello sviluppo del LS.
- Ipotesi autoimmune: è stato osservato che il LS si presenti più spesso in pazienti con malattie autoimmuni, in particolare tiroiditi (più comune), diabete, psoriasi, artrite reumatoide, malattie gastointestinali, sclerosi multipla. Queste associazioni sono più comuni nelle donne (dal 19% al 54%) rispetto agli uomini (dal 3% al 5%). L’ipotesi dell’autoimmunità suggerisce che una disregolazione immunitaria consenta una risposta umorale o cellulo-mediata agli antigeni LS specifici. Alcuni studi hanno segnalato che nei pazienti affetti da LS vi fosse un’aumentata presenza di autoanticorpi contro la proteina della matrice extracellulare 1 (ECM1) e di autoanticorpi contro l’antigene BP180. Supportando l’idea che il LS sia una malattia autoimmune umorale. Altre ipotesi si basano sul riscontro di cloni di cellule T, che si trovano in sovrabbondanza all’analisi istologica dei tessuti patologici prelevati dai pazienti con LS. È stata infatti osservata, una risposta Th1 ridondante e sovraregolazione di microRNA-155, che si ipotizzi essere implicato nell’inibizione della soppressione delle cellule T CD4 + e nella possibile promozione della proliferazione dei fibroblasti. Inoltre, alcune citochine, principalmente interleuchina-1, nonché IL-12, IL-2, IL-5, IL-10, fattore di necrosi tumorale-alfa (TNF-a), interferone-gamma (IFN-g), e IFN di tipo I sono stati riscontrati sovra-regolati nel LS.
- Ipotesi da danno cronico da contatto con urina e da occlusione: L’osservazione del coinvolgimento della mucosa genitale delle superfici che ricoprono la vulva suggerisce l’ipotesi dell’occlusione nello sviluppo del LS genitale. Questa ipotesi è ulteriormente supportata dal fatto che nella maggior parte dei casi di LS in fase iniziale, spesso l’area sclerotica rimane confinata alle superfici mucose che ricoprono la vulva. Esistono diversi meccanismi possibili che, da soli o collettivamente, possono spiegare l’effetto di occlusione causato dalla cute genitale nella patogenesi di LS. Spesso le aree interessate sono quelle di confine tra cute e mucose, nelle aree dove c’è maggiore occlusione e contatto con l’urina. Alcuni studi hanno sottolineato il ruolo della cronica esposizione dell’urina nella patogenesi del LS, confermato dallo sviluppo di LS intorno alle urostomie e alle uretrostomie perineali (nell’uomo), fornendo ulteriori prove dell’effetto combinato tra occlusione e cronica esposizione dell’urina. Questi studi hanno dimostrato che la pelle, se cronicamente esposta all’urina e / o feci, è più permeabile agli irritanti ed assume un coefficiente di attrito aumentato e questo rende più probabile l’erosione. In questo contesto si verifica un aumento del pH, che a sua volta aumenta l’attività degli enzimi fecali provocando ulteriori danni cutanei / mucosi. Si ritiene che anche altri fattori meccanici, come l’attrito dovuto a indumenti stretti, trauma chirurgico, radioterapia e cicatrici giochino un ruolo importante nell’attivazione e nel mantenimento della LS.
- Il fenomeno di Köbner è un segno dermatologico, che descrive il verificarsi o il peggiorarsi di lesioni specifiche della malattia sulla pelle normale dopo un trauma ed è descritto nel LS.
- Ipotesi ormonale: La maggiore incidenza di LS nelle donne in peri- e post-menopausa suggerisce un potenziale ruolo degli ormoni sessuali nella patogenesi del LS. In particolare, il testosterone sierico libero e l’androstenedione erano significativamente diminuiti nelle pazienti con LS vulvare non trattato; è stata suggerita un’anomala attività della 5 alfa-reduttasi in queste pazienti. Nei normali genitali femminili il passaggio dalla vagina alla vulva è caratterizzato da un aumento dei recettori degli androgeni e da una diminuzione dei recettori degli estrogeni e del progesterone. Ci sono prove per la perdita dei recettori degli androgeni con progressione della malattia in sede sia genitale che extragenitale.
Istologia
La biopsia e l’analisi istologica è utile sia per confermare la diagnosi sia per escludere la presenza di caratteristiche di malignità.
LS include caratteristiche istologiche specifiche, tra cui vacuolizzazione delle cellule basali, atrofia epidermica, edema cutaneo marcato, omogeneizzazione del collagene, infiltrato perivascolare focale del derma papillare e una banda di infiltrato linfocitico.
I risultati istopatologici variano a seconda della durata della malattia.
Nelle fasi precoci, mostra iperotocheratosi, iperplasia irregolare epidermica, con degenerazione vacuolare dello strato basale, ialinizzazione del collagene sotto epiteliale, diminuzione delle fibre elastiche nel derma superiore e vasi sanguigni dilatati sotto la membrana basale. L’infiltrato linfocitario può essere in disposizione lichenoide o interstiziale, con esocitosi linfocitaria nell’epidermide.
Nelle lesioni più vecchie, l’istologia mostra marcata ipercheratosi, un numero ridotto di cellule mononucleate e assottigliamento del piatto sovrapapillare che può portare a fenomeni di distaccamento dermo- epidermico con formazione di bolle, derma con aumentato edema e omogeneizzazione delle fibre collagene ed una perdita delle fibre elastiche, quest’ultima caratteristica peculiare.
Il carcinoma a cellule squamose (SCC) è stato descritto in associazione con LS genitale femminile e maschile. Il rischio di sviluppo di SCC genitale nei pazienti con LS è valutato tra il 4% e il 5% nel corso della vita, ma si presume essere un valore sovrastimato.
Diagnosi
La diagnosi è subito evidente alla prima visita, durante la raccolta delle notizie anamnestiche.
Sintomi
Le pazienti riferiscono sintomi a carico della cute e delle mucose dei genitali esterni:
- fragilità della pelle e delle mucose,
- rossore,
- bruciore,
- prurito,
- dolore,
- irritazione locale,
- macchie bianche,
- fissurazioni,
- sanguinamento (Fig. 1 – 2)
I sintomi peggiorano soprattutto dopo i rapporti sessuali con conseguente difficoltà o impossibilità ad avere rapporti sessuali a causa del dolore uretro-genitale (dispareunia, aparenunia).


Quando il LS interessa il meato uretrale le pazienti riferiscono sintomi di ostruzione del flusso urinario: getto urinario sfrangiato, getto urinario debole, bruciore ad urinare (disuria), bruciore uretrale-genitale, cistiti, infezioni urinarie, sensazione di incompleto svuotamento della vescica al termine della minzione, con possibile dolore-fastidio in regione sovrapubica.
Un decorso asintomatico si può presentare in circa il 10% dei casi.
Il LS si manifesta a livello della cute dei genitali nell’85-98% e nel 15% – 20% la malattia si può riscontrare anche in sede extragenitale, spesso sul busto, nell’area sottomammaria. Il LS extragenitale è solitamente asintomatico.
All’esame obiettivo si riscontra spesso sono coinvolgimento dei solchi interlabiali, delle piccole labbra e grandi labbra, del clitoride, del perineo e dell’area perianale, risparmiando la vagina profonda e la cervice, come descritto in letteratura.
Il LS vulvare inizia spesso intorno al cappuccio del clitoride con un eritema aspecifico, progredendo verso le piccole labbra, il vestibolo e le regioni perineale e perianale. La fragilità è un segno distintivo, che si manifesta in erosioni, fessurazioni, porpora ed ecchimosi. Le lesioni tipiche sono papule e placche bianco porcellana. L’area evolve in una lesione secca, ipopigmentata, sclerotica e successivamente atrofica. L’aspetto del tipo di carta increspata o di cellophane risultante è caratteristico.
Si assiste alla scomparsa delle piccole e grandi labbra, sovente con fusione delle stesse e ostruzione urinaria da copertura del meato uretrale da parte di tessuti fibrotici.
Negli stadi avanzati anche il clitoride risulta sepolto da tessuti sclerotici e l’introito vaginale sovente è stenotico. Fig 3
È una malattia piuttosto invalidante che impatta sulla qualità della vita e sulla sfera sessuale.
Il carcinoma a cellule squamose (SCC) è stato descritto in associazione con LS genitale femminile e maschile.
Il rischio di sviluppo di SCC genitale nei pazienti con LS è valutato tra il 4% e il 5% nel corso della vita, ma si presume essere un valore sovrastimato.

Trattamenti
Trattamenti locali
La biopsia e l’analisi istologica è utile sia per confermare la diagnosi sia per escludere la presenza di caratteristiche di malignità.
LS include caratteristiche istologiche specifiche, tra cui vacuolizzazione delle cellule basali, atrofia epidermica, edema cutaneo marcato, omogeneizzazione del collagene, infiltrato perivascolare focale del derma papillare e una banda di infiltrato linfocitico.
I risultati istopatologici variano a seconda della durata della malattia.
Nelle fasi precoci, mostra iperotocheratosi, iperplasia irregolare epidermica, con degenerazione vacuolare dello strato basale, ialinizzazione del collagene sotto epiteliale, diminuzione delle fibre elastiche nel derma superiore e vasi sanguigni dilatati sotto la membrana basale. L’infiltrato linfocitario può essere in disposizione lichenoide o interstiziale, con esocitosi linfocitaria nell’epidermide.
Nelle lesioni più vecchie, l’istologia mostra marcata ipercheratosi, un numero ridotto di cellule mononucleate e assottigliamento del piatto sovrapapillare che può portare a fenomeni di distaccamento dermo- epidermico con formazione di bolle, derma con aumentato edema e omogeneizzazione delle fibre collagene ed una perdita delle fibre elastiche, quest’ultima caratteristica peculiare.
Il carcinoma a cellule squamose (SCC) è stato descritto in associazione con LS genitale femminile e maschile. Il rischio di sviluppo di SCC genitale nei pazienti con LS è valutato tra il 4% e il 5% nel corso della vita, ma si presume essere un valore sovrastimato.
Glucocorticosteroidi
L’applicazione topica di steroidi potenti o ultra potenti come clobetasol propionato 0,05% crema o unguenti si è dimostrata sicura ed efficace sia in uomini che donne ed è raccomandata come prima linea di trattamento, ma deve essere a breve termine per evitare effetti collaterali.
È stato indagato inoltre, l’effetto delle iniezioni di steroidi intralesionali come alternativa per i pazienti con sintomatologia resistente al trattamento, ad ogni modo vi sono scarse evidenze l’analisi riguarda pochi studi.
Ormoni sessuali
Il trattamento con gli ormoni sessuali, soprattutto con il testosterone, è obsoleto perché non solo è stato valutato meno efficace dei corticosteroidi ma presenta più effetti collaterali.
Tuttavia, nelle donne in postmenopausa se è presente atrofia dei tessuti vulvari oltre al LS, si può consigliare un trattamento locale con estrogeni.
Retinoidi
Ci sono pochi trials su serie di casi che riportano retinoidi topici nel trattamento del LS.
Sembra in particolare, che il trattamento abbia effetto benefico nella forma vulvare.
Potrebbero dunque, essere tentati se gli steroidi topici falliscono o nel trattamento di mantenimento.
Trattamenti sistemici
I retinoidi sistemici (etretinato) sono occasionalmente indicati nei casi refrattari.
La ciclosporina orale, il metotrexate, l’idrossicarbamide, la vitamina A combinata con la vitamina E o la vitamina D sono opzioni terapeutiche che possono essere considerate nei casi di LS resistente ai trattamenti di prima linea. Il livello di evidenza e il grado di raccomandazione sono molto bassi.
La terapia fotodinamica, con UVA1 come anche i trattamenti laser sono stati utilizzati con un certo successo ma non sono gli approcci consigliati.
Trattamento chirurgico mininvasivo
Le cicatrici vulvari significative, scomparsa delle piccole labbra, fimosi clitoridea, stenosi dell’introito vaginale e fissurazioni ricorrenti della forchetta posteriore, condizione chiamata “granuloma fissuratum vulvare”. Le cicatrici vulvari, secondarie a LS, possono causare una significativa distorsione dell’anatomia vulvare, e quindi, causare dispareunia e disturbi nella sfera sessuale. La fimosi clitoridea, ossia la fibrosi del prepuzio del clitoride, è una complicanza del LS vulvare che può causare morbilità significative inclusa la perdita di sensibilità clitoridea che porta all’anorgasmia. Tali condizioni predispongono ad infiammazioni croniche e / o infezioni causando la necessità di lisi delle aderenze clitoridee.
Un’ulteriore complicazione che molte donne con LS vulvare sviluppano è la stenosi dell’introito vaginale. Per molte donne, il restringimento dell’introito causa dispareunia significativa, disfunzione sessuale e granuloma fissurato vulvare.
Come centro di riferimento della chirurgia ricostruttiva dell’uretra e dei genitali abbiamo optato per una chirurgia mininvasiva che prevede l’utilizzo di innesti di tessuto adiposo.
Quando strettamente necessario trattiamo la lisi delle aderenze mediante minime incisioni.
I nostri risultati
Utilizzo di innesti di tessuto adiposo.
Si prelevano circa 60-120 cc di tessuto adiposo tramite liposuzione, in genere dai fianchi o dalla regione sovrapubica.
Il tessuto adiposo viene trasformato attraverso vari passaggi per ottenere tessuti con diverse caratteristiche:
- filtrazione attraverso vari passaggi fino ad ottenere quello che viene denominato nanofat
- centrifugazione e filtrazione fino ad ottenere quello che viene denominato microfat
Il nanofat ha consistenza di liquido viscoso che viene iniettato attraverso procedure precise nelle zone affette da LS.
La sua funzione è quella di rigenerare i tessuti, modificando e trasformando le aree cicatriziali in tessuto elastico e vascolarizzato, inoltre ha effetto sulla riduzione della infiammazione e del dolore.
Il microfat ha una consistenza più solida e lo utilizziamo per riempire le grandi e le piccole labbra nonchè per il cappuccio del clitoride, per riconferire ai genitali un aspetto regolare.
L’efficacia del trattamento è risultata clinicamente evidente in tutti i nostri pazienti già dai 3 mesi dal trattamento con un buon recupero dell’elasticità muco cutanea, mantenuta oltre i 12 mesi nel 90% dei casi, e totale scomparsa dei sintomi (dolore e prurito) e scomparsa delle fissurazioni nel tempo.
Tale procedura è stata ben tollerata da tutti i pazienti, non avendo riportando eventi avversi sia intra che postoperatori.
A livello istologico è risultata la presenza di neoangiogenesi e la scomparsa della banda tipica del LS.
Il tessuto adiposo è accessibile, disponibile e al 100% biocompatibile e la procedura è ripetibile nel tempo.
La procedura è risultata priva di eventi avversi intra e post-operatori con un tempo di esecuzione ridotto (circa 30 minuti).
Può essere effettuata sia in anestesia epidurale che in anestesia locale, con ricovero in regime di day hospital.


Prelievo di 60 cc di tessuto adiposo, emulsione, filtrazione ed innesto di nanofat e microfat per rigenerare e riconfigurare grandi e piccole labbra.



